Un momento per te

Proposte per la riflessione personale

Il Natale e il tempo

Pubblicato domenica 22 dicembre 2013

[Giacomo Balla, Mercurio passa davanti al sole]

«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio… perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5).

La nascita di Gesù tocca il tempo: Dio è entrato e rimane nel tempo dell’uomo portandolo a pienezza.

Il tempo è l’elemento più prezioso a nostra disposizione, in esso è racchiusa e si svolge la nostra esistenza. Il rapporto con il tempo è complesso: è vivo come storia personale e sociale, è aperto ad un futuro percepito ma non ancora reale ed è vivibile solo nel presente. L’approccio corretto al tempo è quanto di più difficile sperimentiamo: c’è chi vive di ricordi, chi non vuole diventare adulto, chi non vuole invecchiare; il tempo sembra essere sperimentato soprattutto come qualcosa che manca, per cui spesso diciamo che non abbiamo tempo per fare quello che avremmo intenzione di fare. Proprio per questa nostra difficoltà a gestire il rapporto con il tempo, è veramente interessante cogliere, almeno in parte, cosa può significare la pienezza del tempo.

La nascita di Gesù tocca il tempo e lo rinnova portandolo a pienezza: cioè con Gesù il tempo acquista quel significato di salvezza e di grazia che aveva alle origini. Il tempo è portato a pienezza da una Presenza che lo riempie di significato, di salvezza e di grazia. Dio è accanto all’uomo nel tempo e la nostra storia non è più segnata dal tempo che passa ma dalla presenza amorosa di Dio nel tempo. Siamo invitati a cambiare il modo di leggere ciò che capita nel tempo: non più legato alla casualità, alla fortuna, alla composizione degli eventi; è legato ad una Presenza che dà pienezza di significato dal nostro inizio alla nostra fine. Possiamo dire che pienezza del tempo vuol dire pienezza di significato. Cambiano le misure: il punto di riferimento non è più il tempo che passa ma l’eternità, non è più lo scorrere incessante di cose, fatti e persone ma lo svelamento progressivo di una pienezza che trova in Gesù il Signore del tempo. Con Lui presente nella storia non possiamo mai sentirci scaraventati casualmente in un tempo che ci disintegra, ma accolti, accompagnati, sostenuti dall’Amore che si fa storia. Con la Sua presenza la nostra soggettività non si esaurisce nel passare dei secoli ma ognuno si trova incastonato come perla preziosa nell’eternità. Ecco allora che tutto si ricompone e nulla cade nel vuoto; abbiamo una nuovo misura, un nuovo sguardo perché ciò che noi siamo vale per sempre.

Augurarci buon Natale significa dirci che siamo chiamati a guardare avanti; noi non perdiamo la fiducia nel futuro: questo è il tempo nel quale possiamo costruire molto perché l’Amore fatto carne ci sostiene.

Don Adriano Vincenzi