Un momento per te

Proposte per la riflessione personale

Essere attraenti o trasparenti?

Pubblicato lunedì 20 settembre 2010

[Leonardo da Vinci, Presunto studio per l'angelo della Vergine delle rocce]

Quando si parla della Chiesa e dei sacerdoti, è usuale soffermarsi sui modi con i quali operano, sulle caratteristiche dell'annuncio, sulle qualità personali. E siccome siamo nell'epoca dell'immagine, non manca mai un riferimento al modo di presentarsi, di organizzare le iniziative, di approcciare le persone. Insomma siamo quasi tutti convinti che se la Chiesa, i sacerdoti e i cattolici in genere fossero un po' più attraenti non sarebbe male. In questo modo viene rimarcata in maniera eccessiva la centralità del soggetto che opera o celebra. Sembra che in assenza di altre motivazioni e di uno sguardo più profondo ci si affidi a degli uomini per tenere alta la bandiera della Chiesa e la possibilità di trasmettere la fede. Questo non significa che le qualità personali non creano qualche differenza, ma che non è sufficiente affidarsi ad esse per diffondere la fede. È molto illuminante la risposta che il Papa ha dato sull'aereo ai giornalisti mentre, il 16 settembre, volava verso il Regno Unito. La domanda che gli è stata posta è questa:

“Si può fare qualcosa per rendere la Chiesa come istituzione anche più credibile ed attrattiva per tutti?”

Risposta di Benedetto XVI:

“Direi che una Chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata. Perché la Chiesa non lavora per sé, non lavora per aumentare i propri numeri, e così il proprio potere. La Chiesa è al servizio di un Altro, serve non per sé, per essere un corpo forte, ma serve per rendere accessibile l'annuncio di Gesù Cristo, le grandi verità, e le grandi forze di amore, di riconciliazione apparse in questa figura e che sempre vengono dalla presenza di Gesù Cristo. In questo senso la Chiesa non cerca la propria attrattività, ma deve essere trasparente per Gesù Cristo. E nella misura nella quale non sta per se stessa, come corpo forte e potente nel mondo, che vuole avere il suo potere, ma si fa semplicemente voce di un Altro, diventa realmente trasparenza per la grande figura di Cristo e le grandi verità che ha portato nell'umanità, la forza dell'amore; allora in questo momento si ascolta e si accetta la Chiesa. Essa non dovrebbe considerare se stessa ma aiutare a considerare l'Altro, ed essa stessa vedere e parlare dell'Altro e per l'Altro...”

La trasparenza non è intesa in senso strumentale, cioè non è legata al non tener nascosto qualcosa, al non coprire sotterfugi, alla disponibilità a ‘far vedere tutte le carte’. La trasparenza è la possibilità di rimandare oltre noi stessi. La persona trasparente impedisce che lo sguardo si concentri su di lei in quanto chi la guarda è introdotto a vedere Qualcun altro. Insomma la novità del cristiano non è puntare sulle peculiarità dell'io ma sull'azione di Dio.

Don Adriano Vincenzi